- - - - -
.

Ritorna al sito
Ritorna alla HOME PAGE

I FLAGELLANTI

La dolorosa processione si ripete ormai da secoli ogni Venerdì Santo. Avanza tra ali di folla formate da devoti, semplici turisti e dai residenti dei paesi di San Pedro Cutud e San Fernando, nella cattolicissima provincia di Pampanga.
Decine di "flagellanti" con fruste di bambù si percuotono il corpo già piagato precedentemente dai tagli dei cocci di bottiglia.
Osteggiati dalla chiesa ufficiale ma profondamente radicati nel culto popolare, i rituali di Cutud hanno lo scopo principale di alleggerire i peccati dei penitenti e/o di aiutare persone ammalate o in grosse difficoltà.
Una volta uno dei Cristi ha dichiarato di aver fatto un voto per far guarire sua moglie da un tumore, e motivazioni analoghe sono state raccontate da molti degli altri partecipanti al corteo, tutti uniti da un afflato mistico che non è estraneo nemmeno alle tradizioni pagane del sud Italia sopravvisute al cristianesimo.
Uno dei più grandi afflussi di penitenti ci fu durante l'eruzione del vulcano Pinatubo nel 1991, ma non sempre le motivazioni sono state così nobili e altruistiche.
Per diverse edizioni del cerimoniale alcune celebrità sportive nazionali si sono prestate alla crocifissione per incassare grossi compensi dagli sponsor e nel 1995 un giapponese finse di voler aiutare un fratello malato terminale per lasciarsi crocifiggere, salvo far filmare l'intera operazione per un sito sadomaso a pagamento.
I primi a portare la tradizione dei flagellanti nell'arcipelago già colonizzato furono i missionari spagnoli nel 1500, ma sebbene appena convertiti, i filippini aderirono entusiasticamente alla pratica tanto che nel 1700 le autorità dovettero emanare numerosi editti per limitare gli effetti fisicamente devastanti delle pratiche mistiche di autoflagellazione.
A inaugurare la moda attuale della crocifissione in luogo della semplice auto-fustigazione fu però in tempi molto più moderni, nel 1961, un guaritore di nome Arsenio Anoza, che ripeté l'impresa per 15 anni, finché un vasto seguito di emuli non proseguì la tradizione fino ai giorni nostri, trasformando la processione del Venerdì Santo lungo le polverose strade di San Pedro Cudud in un evento che non poteva sfuggire alle cronache giornalistiche e alle agenzie di viaggio.
Oggi, lungo la Via Dolorosa, sono in bella mostra i cartelloni pubblicitari di Coca e Pepsi e decine di bancarelle offrono generi di conforto e strumenti da flagellanti per souvenir da far vedere a casa.



.
.
.
Per evitare pericolose infezioni ai poveri Cristi che si sottomettono alla pratica, i chiodi di circa 15 centimetri, prima di trapassare le carni vengono tenuti immersi nell'alcool. Ma non è questa la sola consolazione dei candidati.
A differenza del vero Gesù il cui corpo era interamente sorretto dai chiodi con indicibili sofferenze dovute alla progressiva lacerazione dei tessuti, i novelli Salvatori vengono fissati alle croci con apposite corde che tengono i loro corpi fermamente aderenti al legno, mentre i chiodi vengono inseriti attentamente nelle parti prive di cartilagine.
Salvo le restrizioni alla partecipazione di stranieri al rito dopo l'incidente del giapponese sadomaso, le autorità e la stessa chiesa cattolica, sebbene ostentatamente contrari al culto dell'autoviolenza, non hanno mai ostacolato il fenomeno che è ormai diventato un appuntamento immancabile per turisti, cultori del trash trip, fotoreporter e videamatori.
Secondo il Reverendo Victor Nicdao non si tratta però di un fenomeno da baraccone, come certi aspetti esteriori lascerebbero credere: "Sono per lo più povera gente semplice, per la quale le complesse e cerimoniose liturgie della Chiesa semplicemente non hanno alcun senso e inventano così i loro rituali per manifestare la forte devozione che sentono scaturire dal profondo di sé stessi".
.
.
- Testo e foto tratti dal web.
--_____________________________________________________________________________________

- I flagellanti

- Le crocifissioni

GALLERIA FOTOGRAFICA

VIDEO
N.B. - Tutte le foto provengono dall' archivio privato del dott. Franco Stanzione ed è vietato riprodurle senza il suo consenso e/o omettendo di citarne la fonte.

Ritorna al sito

Visualizzazioni totali